La CDC in ItaL2 vista da ildueblog

Questo articolo sulla neonata CDC apparso su ildueblog.it è molto importante, perché ci dà un quadro generale della situazione dell’ItaL2. Dopo l’approvazione della classe di concorso, sarà bene rimanere vigili, perché il vero lavoro comincia adesso.

RILIS (ex Pippo) rivisto da Ambra Liù

Carissimi,

mi vedo obbligata a pubblicare i miei commenti e le mie proposte sul blog, confortata dal fatto che verrà notificato sulla pagina.

Il file Riflessioni su PIPPO e confronto con i requisiti Apidis è molto lungo.

Spero di aver arricchito il dibattito, ma ho paura che non ne usciremo mai.

Ad maiora, semper!

RiconoscimentoAmbra

P.s. aprendo il .pdf non funzionano i link, che copio qui

Requisiti Apidis
Equipollenza

Riconoscimento e il blog dell’università Carlo Bo (Urbino)

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L’università Carlo Bo di Urbino è l’unica università ad avere un blog pubblico e aggiornato postMaster.
Il 31 gennaio il blog ha dedicato un post a Riconoscimento.

Un paio di osservazioni sul post:

– l’abilitazione per l’insegnamento dell’italiano L2 in realtà esiste, perché la SSIS del IX ciclo del 2009 di Ca’ Foscari ha abilitato circa una ventina di insegnanti, ma la SSIS ha avuto un finale tragico: all’ultimo momento il MIUR si è tirato indietro, non  riconoscendo il percorso abilitativo del quale, per ora, rimane solo un diploma da incorniciare;

–l’Albo invece esiste: l’Apidis è l’associazione che cura e gestisce l’Albo professionale dei docenti di Italiano come Seconda Lingua.

Ma perché Seconda Lingua?

 

 

Riconoscimento è su l’Unità

Rico Unità 2

Con grossa gioia e sopresa scopriamo di essere arrivati su l’Unità, grazie ad un articolo di Giuseppe Vespo.

I nostri amici e colleghi intervistati, Carlo Guastalla e Andrea Meccia, hanno saputo mantenere il segreto fino all’ultimo e li ringraziamo anche di questo, perché la notizia ci fa ancora più piacere.

Quest’articolo per noi di Riconoscimento, e per tutti coloro che ci sostengono e a prescindere dal sostegno, che svolgono la nostra professione, è molto importante, poiché per la prima volta c’è un interesse genuino da parte di un giornalista verso non solo la nostra professione, ma soprattutto sulle nostre condizioni lavorative.

Ma soprattutto, vorrei farlo notare, si parla non solo dell’insegnamento ai migranti, ma si dà una descrizione quasi a 360 gradi della nostra professione. Sin dall’incipit, anzi, proprio dall’incipit: Sono molti, sono qualificati e alcuni lavorano pure per le Università, gli istituti di cultura o le multinazionali con sede in Italia. Ma sono invisibili. Almeno agli occhi del ministero dell’Istruzione. Continua a leggere